Azoto & tappeto erboso: è tutta una questione di equilibrio

Tip SMART | L'azoto è il principale macro-elemento per la crescita dell'erba. Presente nell'aria, non può essere usato tal quale dalle piante

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In questo articolo:

  • Cos’è il ciclo dell’azoto? 
  • L’assorbimento dell’azoto da parte dell’erba
  • L’apporto di azoto al tappeto erboso
  • Le varie modalità di perdita dell’azoto 

 

Applicare il giusto livello di nutrienti al prato è essenziale, specialmente quando si tratta di azoto: troppo poco azoto limita la colorazione e la vigoria, il prato si dirada e si crea lo spazio per malerbe e muschio. Troppo azoto invece produce tessuti fogliari fragili, poco resistenti, lasciando le piante prone a parassiti, malattie e stress ambientali e, inoltre, si creano perdite di N per lisciviazione, volatilizzazione e/o denitrificazione. Oltre a uno spreco economico, si tratta di fonti di inquinamento del  pianeta. 

Cos’è il ciclo dell’azoto? 

L’azoto è il principale macro-elemento necessario per la crescita del tappeto erboso. È presente nell’aria ma non può essere utilizzato in questa forma dalle piante.

La maggior parte dell’azoto è assorbita come nitrato, ma può essere assimilato anche nella sua forma ammoniacale. L’azoto viene convertito in forma ammoniacale e nitrica mediante un processo che avviene nel suolo e che si chiama Ciclo dell’Azoto.  

E’ composto da 4 fasi: assorbimento, apporto, conversione e perdita.

 

L’assorbimento dell’azoto da parte dell’erba

Le essenze da prato assorbono dal suolo la forma nitrica e ammoniacale dell’azoto e lo usano per la produzione dei tessuti vegetali e per la crescita. L’azoto non assorbito dall’erba viene bloccato dai microrganismi nella degradazione della sostanza organica, con produzione di humus stabile, ma può anche essere perso attraverso la lisciviazione o la denitrificazione. 

 

L’apporto di azoto al tappeto erboso

Quando il tappeto erboso assorbe l’azoto, l’elemento va reintegrato. In natura, il ciclo normale prevede che la sostanza organica costituita dal materiale vegetale morto (foglie, steli e radici di erba) e che contiene azoto, sia decomposta tramite l’attività microbica del suolo. Una parte dell’azoto viene rilasciato nel suolo sotto forma di N ammoniacale, un’altra si trasforma in humus stabile.  

Quando si programma la manutenzione del tappeto erboso, la crescita dell’erba va correlata agli apporti di N disponibili nel suolo ed alle concimazioni. Va da sé che pratiche colturali che permettono di favorire l’efficiente decomposizione della materia organica nel suolo (es. aerazione, top-dressing, drenaggio ottimale) ed il rilascio dell’azoto organico, permettono di ridurre le concimazioni azotate 

In un suolo sano, ben areato ed equilibrato la sostanza organica e l’azoto organico sono convertiti in ione ammonio dai microrganismi del suolo in un processo chiamato mineralizzazione. Anche i concimi organici devono essere mineralizzati per rilasciare l’azoto disponibile per le radici del prato.

L’urea viene invece convertita molto rapidamente in azoto ammoniacale attraverso un enzima specifico, l’ureasi, presente in alcuni batteri nel suolo. 

L’ammonio derivante dalla mineralizzazione, dall’urea o aggiunto direttamente come concime può essere assorbito dalle radici delle piante o, usato dai batteri del suolo per produrre nitrati in un processo chimico chiamato nitrificazione.  

 

Le varie modalità di perdita dell’azoto 

Nel ciclo dell’azoto esistono diverse vie di perdita dell’azoto; le più importanti sono: il dilavamento (o lisciviazione), la denitrificazione, la volatilizzazione e le perdite attraverso la rimozione dei residui di sfalcio. 

  • Il dilavamento è la perdita dei nutrienti azotati disciolti in acqua, attraverso il profilo del terreno. Il nitrato (NO3) è la forma azotata più facilmente dilavabile perché non viene trattenuto dalla sostanza organica e dai colloidi a causa della sua carica negativa. Quando le precipitazioni piovose sono abbondanti o le irrigazioni eccessive, si possono avere significativi livelli di dilavamento dell’azoto nitrico. I campi da golf e sportivi in generale, avendo terreni a tessitura sabbiosa, sono più soggetti a tale fenomeno. 
  • La denitrificazione avviene in assenza di ossigeno nel suolo, quando il terreno inzuppato e compattato consente ai batteri anaerobici di rigassificare i nitrati. 
  • La volatizzazione avviene quando una parte dell’azoto applicato in forma ureica, invece di reagire con l’acqua per formare ammonio, si converte in ammoniaca (gas). L’ entità di questo processo dipende da vari fattori: temperatura, pH e umidità del suolo. Vi è volatilizzazione anche laddove i concimi a base ammoniacale vengono applicati a suoli a reazione alcalina. 

La rimozione dei residui di taglio è un an altro tipo di perdita di azoto, che spesso non è presa in considerazione. I resti dello sfalcio contengono circa un 4% di azoto che viene rimosso anziché riciclato nel terreno per fornire ulteriori apporti nutritivi.

 

 

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