Gli effetti del pH sulla nutrizione delle piante

Il pH presente nel substrato di coltivazione deve essere mantenuto al livello ideale per la coltura, in modo da evitare scompensi nella crescita

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Il pH, di per sè, non ha un significato rilevante nella coltivazione. Assume importanza quando ad alti valori di pH (>7) si associano valori elevati di alcalinità o elevati contenuti di calcio, magnesio e bicarbonati.

 

Il pH nella pratica di tutti i giorni

Nelle colture in contenitore spesso il pH si altera durante la coltivazione; questi effetti sono particolarmente evidenti nel caso di cicli colturali lunghi. In genere squilibri nel valore del pH nei substrati di coltura comportano disturbi nella crescita delle piante:

Con pH inferiori a 5,0

• diminuisce l’assorbimento di potassio, magnesio, calcio e molibdeno
• manganese, zinco, boro e rame diventano solubili ed eccessivamente disponibili, rendendosi potenzialmente tossici per le piante
• il ferro è più facilmente disponibile
• valori bassi di pH aumentano anche la sensibilità a micosi (come ad esempio Phytophtora nei ciclamini).

In caso di elevato pH

• diminuisce la disponibilità del fosforo e del ferro (clorosi)
• aumenta la disponibilità del molibdeno
• si ha insolubilizzazione e quindi carenza di manganese, zinco, boro e rame
• valori > 7,5 possono provocare l’idrolisi alcalina di alcuni fitofarmaci, soprattutto se la soluzione viene usata dopo alcune ore dalla preparazione.

 

Variazioni di pH in sistemi chiusi

In caso di subirrigazione (bancali – flusso/riflusso), durante la coltura il valore del pH del substrato può variare anche entro lo stesso vaso: nella parte inferiore spesso vengono misurati valori di pH inferiori rispetto alla parte superiore. Ciò accade soprattutto quando si apportano elevate unità di azoto ammoniacale. Gli idrosolubili che presentano elevate percentuali di azoto sotto forma di nitrato (ad es. Peters Excel) diminuiscono questo effetto e mantengono il pH stabile.

 

Cause di un pH variabile

Le alterazioni del pH nel substrato durante la coltivazione possono avere due cause: il livello dei bicarbonati e la forma dell’azoto.

1) Livello dei bicarbonati

Con acque dure il pH aumenta notevolmente durante la coltura se non si modifica la strategia della concimazione o non si interviene sulla composizione dell’acqua.

2) Forma dell’azoto

Azoto nitrico (NO3–) > Aumenta leggermente il pH.
Azoto ammoniacale (NH4+) > Riduce notevolmente il pH.

 

Livello dei bicarbonati e pH

Per controllare il pH durante la coltivazione è importante conoscere il contenuto di bicarbonato dell’acqua di irrigazione in quanto alti livelli di bicarbonato innalzano il pH del terriccio. Peters Excel per acqua dura abbassa il livello di bicarbonato, stabilizzando il valore del pH. In presenza di acque con livelli estremamente alti di bicarbonato può essere necessario acidificare ulteriormente usando, ad esempio, acido nitrico o acido fosforico.
In caso di acqua dolce, i bassi livelli di bicarbonati, combinati con concimi contenenti ammonio, causano un decremento del pH nella parte inferiore dei vasi e la conseguente trasformazione dell’ammonio in nitriti, elementi tossici per le piante.

Peters Excel per acqua dolce previene questo effetto, in quanto più del novanta per cento dell’azoto è sotto forma nitrica e contiene calcio. Per evitare oscillazioni indesiderate del valore del pH, la migliore strategia consiste nel controllare il livello dei bicarbonati fin dall’inizio della coltivazione. Ne deriva che adeguare la concimazione alla qualità dell’acqua è una precondizione per colture sane.

 

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