Crescere il Melone
Consigli sulla nutrizione

A supporto della filiera italiana del melone, è stata studiata una specifica gestione nutrizionale.

I nostri consigli per crescere il melone (Cucumis melo)

  • Si ritiene che il melone sia originario dell'Africa e dell'Asia occidentale. Gli antichi egizi lo apprezzavano per il suo sapore dolce e lo utilizzavano come offerta funeraria. Anche i Greci e i Romani disponevano di diverse varietà. Con il passare del tempo, la coltivazione del melone si diffuse in varie parti del mondo.

  • In base alle sue caratteristiche, il melone si distingue in cantalupi (buccia liscia o leggermente verrucosa, colore verde-grigio), retati (noti anche come meloni americani, sono ovali o tondeggianti, con buccia fittamente reticolata) e da inverno (coltivati nelle zone meridionali, frutti lisci di colore giallo o verde scuro, con polpa bianca).

  • Il melone richiede un terreno profondo, con un buon drenaggio e una struttura ben definita, arricchito con materia organica e con una buona esposizione alla luce solare.

  • Prospera in terreni calcarei, ma non è adatta a quelli con pH acido. L'intervallo ottimale è tra 6,5 e 7,5

  • Le esigenze idriche sono elevate durante la formazione dei fiori e l’allegagione. Vicino alla fase di maturazione, è consigliabile ridurre le quantità d'acqua, fino ad interrompere del tutto l’irrigazione nella fase pre-raccolto per evitare la spaccatura dei frutti e preservare la qualità della polpa.

  • Essendo le esigenze idriche così elevate, diventa cruciale il ruolo del terreno ben drenato per evitare i ristagni d’acqua che portano ad un arresto vegetativo e predispongono la coltura agli attacchi di malattie fungine, risultando in una pessima qualità del raccolto.

Classificazione

Famiglia Cucurbitaceae
Genere Cucumis
Specie Cucumis melo L.

 

Ogni varietà può avere esigenze leggermente diverse, quindi è consigliabile consultare le informazioni specifiche relative per garantire le condizioni di crescita ottimali. Un esame a 360 gradi del sito produttivo è la base di partenza.

È fondamentale eseguire una previa analisi chimico-fisica del terreno per determinare il corretto valore di nutrienti da apportare, ed un’analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione per una corretta fertirrigazione, soprattutto in fuori suolo.

Per evitare problemi di elevata salinità, gli apporti nutritivi devono essere il più possibile frazionati, controllando sempre la EC della soluzione nutritiva fornita in fertirrigazione

 

Caratteristiche botaniche

Il melone è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee. Il suo fusto principale è strisciante e, grazie ai viticci, può diventare rampicante se forniscono un supporto adeguato.

Le foglie della pianta di melone possono avere varie forme, tra cui rotonde, reniformi o suddivise in lobi, e sono note per la loro consistenza ruvida al tatto. Le radici del melone si sviluppano in modo estensivo sia in superficie che in profondità nel terreno.

La pianta del melone è generalmente di tipo monoico, il che significa che inizialmente produce fiori maschili seguiti dai fiori femminili. Tuttavia, esistono anche tipi andromonoici con fiori maschili e fiori ermafroditi sulla stessa pianta.

Il frutto è un grande peponide. È costituito da un epicarpo, comunemente noto come “buccia”, che è saldato a un mesocarpo carnoso edibile. All’interno del frutto si trova una cavità riempita da una massa spugnosa e morbida, nella quale sono inseriti numerosi semi. Questi semi sono allungati, appuntiti a un’estremità e di colore bianco.

Il melone ha requisiti ambientali elevati e richiede temperature superiori a 14-15°C per crescere adeguatamente. È sensibile all’eccessiva umidità e cresce meglio in terreni profondi e ben drenati.

 

Ruolo dei nutrienti

Azoto

In caso di coltura protetta, bisogna controllare gli apporti di azoto per evitare un eccesso di vegetazione all’inizio del ciclo colturale, cosa che potrebbe compromettere la qualità del prodotto finale e una riduzione della resa.

Evitare gli eccessi anche durante il periodo che va dal trapianto all’allegagione.

È consigliabile frazionare l’apporto di azoto durante l’intero ciclo colturale, garantendo un equilibrio con i livelli di fosforo e potassio, così da promuovere una crescita equilibrata ed assicurando una produzione di frutti di alta qualità.

Carenze di azoto portano ad un ingiallimento esteso dei lembi e delle nervature sulle foglie; i frutti sono più piccoli, di forma allungata e assumono un colore molto chiaro, e la polpa risulta insipida.

Fosforo

Il fosforo è un elemento essenziale per il melone e influisce sulla crescita delle radici, la fioritura e la fecondazione.

I sintomi di carenza includono nanismo generalizzato della pianta, foglie con colorazione rossastra, comparsa di puntini marroni tra le nervature delle foglie più vecchie che si espandono in zone necrotizzanti e frutti di dimensioni ridotte con polpa scura.

Per il melone, è consigliato un apporto di fosforo preferibilmente attraverso concimi idrosolubili con la fertirrigazione.

Potassio

Il potassio è importante per la qualità dei frutti e la resistenza alle malattie. I sintomi di carenza includono necrosi brune ai margini delle foglie, l’aspetto ad ombrello delle foglie all’estremità delle piante e una polpa granulosa ed amara nei frutti.

È preferibile utilizzare fertilizzanti esenti da cloro come il nitrato di potassio e il solfato di potassio.

Calcio

Il calcio è fondamentale per la struttura delle pareti cellulari e regola l’apertura e la chiusura degli stomi. Le carenze si manifestano con il disseccamento dei germogli terminali della pianta. Le applicazioni fogliari di prodotti a base di calcio possono essere efficaci per contrastare eventuali carenze.

Magnesio

Le carenze di magnesio si manifestano con clorosi fogliare dopo il trapianto e durante la crescita della vegetazione. A volte, alcune manifestazioni di diffusa defogliazione sono state legate a carenze di magnesio nel terreno.

Le applicazioni fogliari di prodotti a base di magnesio, come il solfato di magnesio, sono un rimedio efficace contro questa carenza.

 

Il consiglio dell’esperto: la concimazione del melone

In pre-trapianto si consiglia di impiegare come concimazione di base, formulati con azoto a cessione controllata come Agromaster® (con agente ricoprente MCT), selezionando la scelta in base alle condizioni operative. In questo modo è possibile arricchire il franco di coltivazione con gli elementi nutritivi di base, evitando rotture del flusso nutrizionale nelle settimane successive al trapianto e favorendo uno sviluppo completo e robusto delle branche vegeto-produttive.

Per arricchire il franco di coltivazione con Calcio, Magnesio, Potassio e Zolfo, si consiglia anche l’utilizzo di Polysulphate®, formulato unico a base di un minerale naturale (polyhalite) indicato anche per coltivazioni Biologiche. Per aumentare l’efficienza si consiglia la localizzazione nell’area di sviluppo radicale di Agromaster® e Polysulphate®.

In fertirrigazione si consiglia l’utilizzo di concimi idrosolubili della linea Solinure® e nella fase finale del ciclo colturale l’applicazione di Nova Ferti-K®, concime potassico privo di azoto, in grado di favorire la produzione di sostanza secca e zuccheri.

Q&A

Ecco alcune domande frequenti che abbiamo ricevuto dagli agricoltori!

  • Il melone è una coltura che richiede una specifica gestione nutrizionale coerente con le sue esigenze fisionutrizionali. Il melone predilige terreni ben strutturati senza eccesso di sostanza organica.

    L’eccesso di sostanza organica o apporti elevati di ammendanti in pre-trapianto possono indurre una biodisponibilità azotata non controllata e ricacci tardivi delle branche vegeto-produttive. Gli apporti di ammendanti organici è bene che siano realizzati nell’ambito della rotazione delle colture precedenti.

    Il pH ottimale del suolo è compreso tra 6 e 7, quindi in fertirrigazione è bene usare concimi fisiologicamente acidi o acidificanti.

    Nella gestione della fertirrigazione si deve considerare che il melone è abbastanza tollerante alla salinità ed ai cloruri, e per questo, per favorire la formazione di sostanza secca dall’allegagione dei primi frutti, conviene aumentare la concentrazione (g/l) dei concimi.

    Per evitare rotture del flusso nutrizionale è consigliabile una mirata concimazione pre-trapianto con concimi completi a base di azoto a cessione controllata. In ogni caso, l’apporto di azoto in pre-trapianto deve essere circa il 30% del fabbisogno totale (variabile anche in base alle potenzialità produttive).

    Con varietà più sensibili al seccume fisiologico o coltivate in terreni più sciolti, è utile l’apporto nelle concimazioni di pre-trapianto di adeguate quantità di calcio e magnesio ad integrazione degli interventi in fertirrigazione.

    Bisogna prestare attenzione a potenziali carenze di manganese e ferro controllando eventuali precoci decolorazioni delle foglie. Per ottenere una ottimale allegagione è fondamentale che non vi sia un eccesso di azoto nelle prime fasi e che vi sia conseguentemente un buon apporto fosfatico.
    Importante è anche il ruolo del potassio per la formazione degli zuccheri e la conseguente qualità organolettica dei frutti.

  • Nella coltivazione in pieno campo, l’apporto di sostanza organica è sempre vantaggioso, sia per la qualità che per la quantità dei frutti. Tuttavia, bisogna prestare particolare attenzione all’azoto, evitando eccessi. Il potassio, invece, è considerato un elemento benefico per migliorare la qualità dei frutti.

    Nel caso di colture irrigate, l’applicazione di fertilizzanti è suddivisa in più fasi rispetto alle colture non irrigate. Gli apporti più significativi si effettuano dopo l’allegagione, soprattutto per quanto riguarda l’azoto. La distribuzione mirata dei fertilizzanti è particolarmente efficace nei terreni che immobilizzano il fosforo e il potassio.

    È possibile utilizzare fertilizzanti idrosolubili nella fertirrigazione, considerata la migliore tecnica per localizzare e frazionare gli elementi nutritivi. Inoltre, per la coltivazione in pieno campo sotto piccoli tunnel, si seguono gli stessi principi di apporto di fertilizzanti in maniera frazionata, utilizzando fertilizzanti solubili privi di cloro e sodio. È fondamentale mantenere l’areazione aprendo i tunnel per evitare un pericoloso aumento della temperatura dovuto all’intensa insolazione.

  • Nelle colture protette, si effettuano coltivazioni sia su terreno, all’interno di serre riscaldate o non riscaldate, sia fuori suolo utilizzando substrati. Di solito, vengono impiegate serre di medie o grandi dimensioni, con la loro forma e dimensione adattate alle esigenze specifiche e alla regione di coltivazione.

    Per il terreno, si esegue una concimazione organica di fondo per mantenere la struttura e la fertilità. La maggior parte dei nutrienti necessari viene fornita attraverso la fertirrigazione, basata sull’evapotraspirazione di riferimento (ETP), iniziando durante la fase di fioritura. Per apportare azoto, fosforo e potassio, si possono utilizzare fertilizzanti idrosolubili puri o NPK completi con microelementi. Questi nutrienti vengono principalmente somministrati tramite fertirrigazione.

    L’irrigazione ha un ruolo fondamentale. Durante la fase di formazione dei fiori e lo sviluppo dei frutti, il melone richiede elevate quantità d’acqua. Tuttavia, è opportuno ridurre l’irrigazione quando i frutti si avvicinano alla maturazione per prevenire la spaccatura e preservare la qualità della polpa. L’irrigazione a goccia e la fertirrigazione sono particolarmente efficaci per le colture di meloni.

  • Il periodo migliore per piantare semi di melone in vaso è fra marzo e aprile. La germinazione della pianta si ha dopo circa 10 giorni dalla semina.

  • La pianta del Melone predilige un clima caldo e un terreno esposto in pieno sole. È una pianta che va fatta ruotare: è infatti consigliato lasciar passare 5 anni prima di coltivare il Melone nello stesso terreno. La temperatura ottimale per la crescita è di 25°C con una minima di 15°C.

  • La regola più importante per l’apporto di sostanze nutritive è: concimare solo durante la fase di crescita ovvero dalla primavera alla metà del mese di agosto. Se l’estate è particolarmente torrida, consigliamo di innaffiare abbondantemente prima di concimare.

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